lunedì 8 giugno 2009

Roger....grande...



La vita è strana. Da bambino uno vuole fare l’astronauta, il medico, magari il veterinario, poi cresce e scopre che il sogno di una vita è un altro: fare l’inviato a Wimbledon. Neanche il giornalista, ma proprio quello. Lo so, non si dovrebbe metterla sul personale, ma è per spiegare perché Roger Federer è diventato ieri a Parigi il più grande tennista della storia. Perché ha realizzato il sogno di una vita. Anzi, due. La vita è strana, un giorno diventi inviato a Wimbledon per davvero e passi le mitiche Doherty Gates neanche entrassi nel castello incantato e ti guardi intorno, mentre il profumo d’erba e di fragole si mischia ai colpi ovattati delle racchette. Ti sembra di essere in un altro mondo e a un certo punto incontri lui, uno svizzero col codino, con la faccia un po’ così ma con un gioco che non hai mai visto, neppure quando sognavi il futuro davanti alla tv e ai colpi di Borg e McEnroe. Uno svizzero, possibile? Già, era Roger Federer, era il 2003, e il tuo primo Wimbledon diventa il suo, certo lui in campo e tu che sei lì ai bordi, nel posto giusto al momento giusto, nel posto dove volevi essere da un vita davanti al tennista che nessuno aveva mai visto prima. E a quel punto hai scelto: lui è il tuo eroe. Anzi, il tuo Eroe. La vita è strana, anche quando vinci, figuriamoci quando perdi dopo che - a quel Wimbledon - ne sono seguiti altri quattro, più quattro UsOpen e tre vittorie in Australia. Anche quando sei il numero uno del mondo, il numero uno di tutti i tempi, ma qualcosa non va più, chissà la mononucleosi, chissà le nuove generazioni, chissà quel maledetto spagnolo che non si stanca mai, che non riesci a odiare perché è così gentile fuori dal campo e quando sei dentro ogni volta ti smarrisci perché già per 4 volte ti ha rubato un sogno, Parigi. Arriva il 2008, ancora Wimbledon, e tu che sei fuori sai che il destino è implacabile, è come quando McEnroe rubò il trono a Borg che lo aveva battuto l’anno prima per conquistare il suo quinto titolo. La vita è strana, perché tutto succede: Nadal batte Federer nella partita forse più bella di sempre, dopo cinque trionfi Wimbledon passa di mano, e tu ancora oggi non hai il coraggio di riguardarlo quel match, perché sai che il tuo Eroe ha perso, sai già com’è andata e non è possibile che il destino sia stato così implacabile. E allora tutti ti dicono che Federer è finito e in fondo lo pensi anche tu che il tuo Eroe è stanco. Ma poi vince ancora in America e il record di Sampras è lì a un passo. E c’è un solo posto al mondo dove lui può eguagliarlo, dove può raggiungere i 14 titoli dello Slam e diventare il sesto giocatore della storia a vincere tutti e 4 i tornei più grandi. Già, Parigi. Già, è il destino. La vita è strana, perché il Più Grande di Sempre è in fondo un bravo ragazzo, un uomo da milioni di dollari che vive con una mucca, che è quella che i genitori gli hanno regalato quando ha vinto il suo primo Wimbledon e non certo Mirka - come pensano i maligni -, la moglie-amante-ragioniera-manager che lo accompagna da una vita e che adesso, guarda il destino, proprio adesso, gli regalerà un figlio. Certo Roger non è una star, si alza presto per allenarsi, la sera va a letto presto, ha smesso di spaccare racchette perché aveva paura dei rimproveri della mamma, insomma l’uomo da milioni di dollari è quello della porta accanto. Eppure nessuno ha mai visto un gioco così, la classe nell’era del tecnotennis, l’eleganza al posto della forza bruta. Già, possibile: uno svizzero è come Rod Laver, dicono. Ma forse era Rod Laver a essere come lui. La vita è strana perché ieri, dopo aver battuto Soderling, Roger Federer ha pianto, come ha sempre fatto quando ha vinto e anche quando ha perso, a Wimbledon come in Australia quest’anno, perché lui è un Eroe e non un robot. Ha pianto, e le sue lacrime sono le tue, perché l’incredibile è quando vedi i tuoi sogni realizzati, anche se è qualcuno a farlo al posto tuo. E dopo aver fatto l’inviato a Wimbledon te n’era venuto un altro di sogno: vedere Roger Federer vincere il Roland Garros. Per questo, per Federer, per Parigi, per quell’Emozione difficile da trattenere, se qualcuno vi dirà che ieri in fondo c’è stata solo una partita di tennis, non credetegli. Lui non sa quant’è strana la vita.

Fonte: Il Giornale

domenica 7 giugno 2009

Il più grande


1) Wimbledon 2003: Federer-Philippoussis 7-6 6-2 7-6
Il favorito d’obbligo della vigilia è il detentore, Leyton Hewitt. Che inciampa subito al primo turno contro lo spilungone croato Karlovic. Per tutti i favoriti veri sono a questo punto Andy Roddick e Roger Federer, che il tabellone si diverte a mettere crudelmente uno di fronte all’altro in semifinale. Dopo un primo set equilibrato – risolto 8-6 al tie break dallo svizzero – non ci sarà più partita: 7-6 6-3 6-3 e per Federer è la prima finale a Church Road. Dove troverà ad attenderlo il bombardiere australiano Philippoussis, che dopo aver superato negli ottavi André Agassi, si presenta all’atto finale pronto a giocarci le sue chances. Resterà deluso. Dopo un primo set deciso da un misero mini-break nel tie break decisivo, lo svizzero s’invola 4-0 nel secondo, per chiudere 6-2. Il terzo è accademia. Entrambi tengono il servizio in attesa dell’inevitabile tie-break finale. Primo titolo a Wimbledon e primo trofeo dello Slam per il fuoriclasse svizzero. La storia ha inizio.

2) Australian Open 2004: Federer-Safin 7-6 6-4 6-2
La testa di serie numero 1 è Roddick, vincitore dell’ultimo Slam disputato a New York. Ma che sia lui il vero favorito lo credono in pochi. Soprattutto alla luce della straordinaria dimostrazione di forza (e classe) offerta da Federer nel recente Master di fine anno giocato a Houston. E infatti lo svizzero arriva in finale senza troppi problemi, lasciando per strada soltanto due set contro Hewitt e Nalbandian. Ma questa è anche l’edizione della (prima) resurrezione di Marat Safin. Escluso dalle teste di serie, il russo inanella una serie incredibile di exploit battendo uno dopo l’altro gente come Nieminem, Todd Martin, Blake, Roddick e Agassi. Impressionante! Ma i troppi sforzi lo fanno arrivare spremuto all’atto conclusivo. E contro questo Federer non è consentito. Primo set equilibrato concluso al tie break (7-3) e altri due di pura formalità: 7-6 6-4 6-2 il risultato finale. Ma il russo avrà modo di vendicarsi...

3) Wimbledon 2004: Federer-Roddick 4-6 7-5 7-6 6-3
Finalmente testa di serie numero 1, il campione di Basilea giunge in finale travolgendo chiunque gli si pari innanzi. Uno solo set perso (al tie break) contro Hewitt nei quarti, per trovare in finale Andy Roddick. È la rivincita della semi dell’anno precedente. L’americano inizia come un ossesso, picchiando tutto il picchiabile. Brekka subito il campione uscente e conduce in porto il primo set per 6-4, prima che una provvidenziale pioggerella elevetica costringa i due contendenti a cercare riparo negli spogliatoi. Al rientro, Federer sembra scappare: 4-0. Ma Roddick non ci sta e recupera entrambi i break: 4-4. Il set continua in equilibrio fino al 5 pari e quando proprio tutti si aspettano un tie break, lo svizzero riesce a brekkare l’avversario: 7-5 e un set pari. Il match si decide quindi nel terzo. Roddick non molla e riesce ad issarsi stavolta fino al tie break. Che verrà però dominato dal campione di Basilea (7-3). L’inerzia del match cambia, il quarto set scorre via liscio (6-3) e per Federer è il secondo trionfo sui prati inglesi. Il terzo negli Slam.

4) US Open 2004: Federer-Hewitt 6-0 7-6 6-0
Probabilmente il torneo Federer lo vince nei quarti, quando supera in una stranissima partita su due giorni l’idolo di casa Agassi. Lo svizzero conduce due set a uno quando la pioggia costringe tutti a tornarsene in albergo. Il giorno dopo i due campioni devo fare i conti con un ospite inatteso: il vento. Mai visto, né prima né dopo, nulla di simile. Roger vince l’incredibile match 6-3 al quinto ed il resto è una passeggiata. In finale si trova di fronte il malcapitato Hewitt. Verrà spazzato via in un amen: 6-0 7-6 6-0. Memorabile il primo set: 24 punti a 5 per il fuoriclasse svizzero. Qualcuno avrebbe detto: mattanza!

5) Wimbledon 2005: Federer-Roddick 6-2 7-6 6-4
Reduce dalle cocenti sconfitte di Melbourne e Parigi – la vendetta di Safin e la prima sconfitta al Roland Garros contro un certo Nadal – l’incontrastato numero uno mondiale è chiamato a rispondere nel suo giardino favorito: Wimbledon. Lo farà da par suo, dominando. Un solo set lasciato per strada nel terzo turno contro Kiefer, lo svizzero troverà ad attenderlo in finale per il secondo anno consecutivo Andy Roddick. Ma niente a che vedere con la finale dell’anno precedente. Questa volta non ci sarà storia. Dopo un primo set volato via in men che non si dica (6-2), l’americano riuscirà finalmente a brekkare il detentore ad inizio secondo set, portandosi avanti 3-1. Ma dura poco. Roger riprende il comando delle operazioni, controbrekka l’avversario e finisce per aggiudicarsi il set dominando il tie break (7-2). Roddick non ci crede più. Federer porta tranquillamente a casa il terzo set e con esso la tripletta a Wimbledon.

6) US Open 2005: Federer-Agassi 6-3 2-6 7-6 6-1
Una bellissima edizione, con partite straordinarie (basti pensare ad Agassi-Blake finita 7-6 al quinto per il Kid di Las Vegas – 8-6 un tie-break conclusivo da infarto) e una bellissima finale. Per arrivarci Roger deve soffrire un pò più del solito (lascia un set a Kiefer e a Hewitt), ma è in forma e il netto favorito per la finale. Ad attenderlo questa volta ci sarà una leggenda in carne ed ossa: André Agassi, idolo del pubblico newyorkese. L’americano giunge in finale provato dalle maratone con Blake e Ginepri, ma disputa tre set di altissimo livello. Perde il primo 6-3 giocando comunque benissimo. Sale incredibilmente di livello nel secondo, dominato per 6-2. Poi entrambi daranno vita ad uno dei set più belli della storia del tennis, con un’incredibile serie di soluzioni vincenti, che lo svizzero si aggiudica grazie ad un tie break semplicemente perfetto (che ricorda molto quello odierno contro Soderling). La partita finisce qui. Agassi non ne ha più e si spegne. Il quarto set conterà solo per gli almanacchi (6-1). Per Federer sarà il secondo Us Open, il sesto torneo dello Slam.

7) Australian Open 2006: Federer-Baghdatis 5-7 7-5 6-0 6-2
Siamo a metà strada. È il settimo Slam per la leggenda svizzera. Sarà fin qui il più faticoso. Non è il miglior Federer quello che si presenta a Melbourne. Per arrivare in finale deve soffrire più del previsto. Cinque set contro Haas (ancora tu? ma non dovevamo vederci più?) negli ottavi. Quattro lottatissimi set con Davydenko nei quarti. Ancora quattro set (più tranquilli) contro Kiefer in semi. E saranno ancora quattro in finale contro la sorpresona del torneo, il cipriota Baghdatis. Anzi, è proprio lo sfidante ad aggiudicarsi il primo set per 7-5. La palla di Marcos è pesantissima e Federer non trova le contromisure. Sul 6-5 Federer, il cipriota è 40-0 sul suo servizio. Tie-break? Nemmeno per sogno. Roger infila 5 punti consecutivi e porta a casa il secondo set 7-5. Fine dei giochi. Baghdatis esce di fatto dal campo e gli ultimi due set si giocano per onor di firma: 6-0 6-2 e settimo titolo dello Slam in aereo per Basilea.

8) Wimbledon 2006: Federer-Nadal 6-0 7-6 6-7 6-3
È l’anno d’oro di Federer. Si presenta a Londra in condizioni smaglianti. Arriva in finale senza perdere lo straccio d’un set, ma...c’è una novità. Ad attenderlo, per la prima volta da queste parti, c’è la sua nemesi: Rafa Nadal. Dopo averlo sconfitto poche settimane prima nella finale di Parigi, il maiorchino porta il primo assalto allo svizzero nel suo tempio: Wimbledon. Nonostante i precendenti siano favorevoli al giocatore spagnolo, il favorito sull’erba non può che essere lo svizzero. Pronti via e sul malcapitato Rafa si abbatte un ciclone: 6-0 in una manciata di minuti. Ma nel primo gioco del secondo set, a Rafa riesce il break. La partita cambia. Nadal serve per il set sul 5-4, ma un paio di smash clamorosamente sbagliati lo condannano al contro-break e probabilmente alla sconfitta. Il campione svizzero si aggiudicherà il tie break del secondo set, prima di cedere sempre al tie break il terzo. Sarà l’unico set perso in tutto il torneo. Nel quarto set Roger scappa 5-1, ma dovrà servire due volte per il match prima di chiudere 6-3 per il suo quarto successo consecutivo sui prati londinesi. Ma è stato meno facile del previsto e di quanto non dica il risultato. Anche sull’erba Rafa c’è e lo farà vedere a breve...

9) US Open 2006: Federer-Roddick 6-2 4-6 7-5 6-1
I pronostici della vigilia sono chiari: si corre per il secondo posto. Non ce n’è per nessuno. Il campo confermerà questa previsione. Uno solo set lasciato per strada contro Blake nei quarti, in finale ancora una volta Roddick dopo i due precedenti di Wimbledon. Sarà una finale molto simile – come andamento, ma non come spettacolo – a quella dell’anno precedcente contro Agassi. Si decide nel tredicesimo gioco del terzo set, quando lo svizzero, in vantaggio per 6-5, riesce finalmente a brekkare l’indemoniato avversario. Il quarto sarà una pura formalità: 6-1. Gioco, partita e incontro Federer. Terzo US Open, nono titolo dello Slam. Cominciano ad essere veramente tanti...

10) Australian Open 2007: Federer-Gonzalez 7-6 6-4 6-4
Per arrivare in doppia cifra Roger ha bisogno di vincere in Australia. Ancora una volta si presenta in finale senza smarrire un set e trova ad attenderlo il cileno Fernando Gonzalez, che sta finalmente giocando il miglior tennis della sua vita. Ha appena asfaltato Nadal nei quarti e Haas in semifinale, ma non si vede come potrebbe impensierire questo Federer. E invece Gonzo brekka l’avversario e può servire per il set sul 5-4. Il cileno sembra essere solidissimo e si porta senza problemi sul 40-15: due setpoint. Finita? Calma...Quattro punti consecutivi del fenomeno svizzero e il set torna in equilibrio. Ci resterà ancora per poco. Perché Roger dominerà il tie break (7-2), così come il seguito della finale (6-4 6-4). Terzo titolo a Melbourne, 10° dello Slam, con percorso netto: zero set persi. L’ultimo a ruscirci fu un certo Borg qualche annetto prima. Ci riuscirà ancora Nadal a Parigi nel 2008.

11) Wimbledon 2007: Federer-Nadal 7-6 4-6 7-6 2-6 6-2
Dopo la finale dell’anno precedente e con la loro rivalità che domina ormai il tennis mondiale da almeno 3 anni, la solo finale possibile, quella che tutti aspettano è tra Federer e Nadal. I due fuoriclasse non tradiscono le aspettative degli appassionati e giungono all’atto conclusivo. Partenza a razzo di Roger: 3-0. Reazione Nadal: 3-3. Tie break primo set: Federer scappa sul 6-3, ma non basta. Nadal e occhio di falco (palla mal giudicata da Federer) riportano la situazione in equilibrio: 6-6. Si cambia campo e Roger riesce ad aggiudicarsi un fondamentale tie break per 9-7. Più che una finale è una battaglia. Lo spagnolo si porta a casa il secondo set (6-4), ma lo svizzero con un tie break impeccabile (7-3) si aggiudica il terzo ed è avanti due set a uno. Ma Rafa non ci sta e vola 4-0 nel quarto. Federer sembra accusare il colpo. Perde il set 2-6 e barcolla all’inizio del quinto. Sull’1-1 deve affrontare due delicatissime palle break consecutive. Ne esce da campione. Sul 2-2 il bis. Ancora 15-40 e altre due palle break molto simili a matchpoint. Ma ancora una volta si salva. Lo scampato pericolo gli dà la forza per tornare ad attaccare il servizio di Rafa: è il break decisivo (non toglieva il servizio al rivale dal secondo gioco del primo set). Ci riuscirà ancora una volta sul 5-2 in suo favore, ma ormai la partita è segnata. Sarà il quinto titolo consecutivo a Wimbledon. Borg (in tribuna) eguagliato sia nei titoli consecutivi di Wimbledon, sia negli Slam vinti: undici. Ma Roger non si fermerà qui...

12) US Open 2007: Federer-Djokovic 7-6 7-6 6-4
Per superare Borg e raggiungere Emerson, Federer dovrà vedersela in finale con il campione emergente, il serbo Novak Djokovic. Terzo favorito della vigilia, Nole ha appena battuto Roger nella finale dell’Open del Canada (7-6 2-6 7-6), annullando allo svizzero 6 setpoint – di cui tre consecutivi – sul 6-5 del primo set (servizio Federer). Perché raccontiamo questo episodio? Perché a New York succederà esattamente la stessa cosa. Ma a parti invertite. Sul 5-5 del primo set Djokovic brekka Federer e va a servire per il primo set. Si porta 40-0 e qui succede il fattaccio. Federer annulla le prime tre palle-set. Nole se ne procura allora altre due. Invano. Break Federer. Si va al tie break. Roger lo vince 7-4 e tira un enorme sospirone di sollievo. Nel secondo set la storia quasi si ripete. Nole avrà un altro paio di setpoint, ma questa volta sul servizio Federer. Niente da fare ancora una volta. Tie break dominato dallo svizzero (7-2) e serbo in ginocchio. Il terzo finirà 6-4, con l’ennesima smorzata di Djokovic, questa volta ferma a metà rete. Quarto US Open consecutivo e dodicesimo Slam. Pauroso.

13) US Open 2008: Federer-Murray 6-2 7-5 6-2
È l’anno della mononucleosi. Della consacrazione di Nadal. Del primo vero calo dopo 4 anni di dominio. È l’anno della disfatta del Rolad Garros. Dell’atroce delusione di Wimbledon. Del fiasco olimpico. Dell’abbandono, dopo 237 settimane, della prima posizione nella classifica mondiale. Ma è anche l’anno dell’orgoglio. Del rifiutare la condizione, per lui tutta nuova, di eterno piazzato. E così, dopo un’estate americana da dimenticare, il misero “doppietto” olimpico sembra avergli restituito quella fiducia che sembrava averlo definitivamente abbandonato. Si presenta a New York per la prima volta dopo tanti anni non da favorito. Nadal fa paura, ma Djokovic non può essere sottovalutato e un certo Murray è cresciuto enormemente nelle ultime settimane. Chiedere allo stesso Rafa per conferma, che deve lasciargli strada in una semifinale giocata in due giorni. Roger, dopo aver rischiato tantissimo negli ottavi contro Andreev, supera a sua volta Djokovic in semifinale ed è pronto per sfidare Murray in finale. Non ci sarà storia. Troppo solido ed esperto lo svizzero, per lo spaesato campione scozzese. Nel primo set sembra non ci sia la rete in mezzo al campo, per come Federer tiri di tutto, con un’efficacia impressionante: 6-2. Anche nel secondo parte bene (2-0), ma Murray a questo punto reagisce. Riaggancia l’avversario e fa partita patta fino al 5-5, quando un altro break svizzero deciderà l’incontro. Federer infilerà 7 giochi consecutivi fino al 5-0 nel terzo. Piccolo rilassamento svizzero, ma inevitabile 6-2 finale. È l’apoteosi. Quinto titolo consecutivo anche a New York e 13° Slam. Impressionante.

14) Roland Garros 2009: Federer-Soderling 6-1 7-6 6-4
Non racconteremo la partita ovviamente. Ce l’abbiamo ancora tutti negli occhi. Vorremmo però ricordare che oggi Roger giocava la diciannovesima finale di Slam, la sua quinta consecutiva. E quest’ultimo dato fa un pò impressione in un giocatore descritto in declino in questi ultimi tempi. Qualcuno per denigrare i suoi successi ha parlato di avversari non all’altezza. Sciocchezze. Tutti i grandi del passato hanno affrontato anche giocatori non eccezionali nelle finali. È capitato a Borg (Orantes, Pecci, Gerulaitis, Tanner), a Sampras (Pioline 2 volte, Moya, Chang), ad Agassi (Schuettler, Clement, Martin). Questo per dire che la grandezza di questi campioni straordinari è stata (anche) quella di dare continuità ai loro risultati. I loro avversari a volte hanno ciccato l’appuntamento, loro raramente. Federer è così: lui c’è sempre. Le 20 semifinali consecutive negli Slam (dato mostruoso) sono lì a dimostrarlo. Oggi celebriamo un grandissimo. Tutti in piedi per il più grande.